Concert at gallery WUNDERKAMMERN
Rome, 24 May 2013
La Wunderkammern Gallery e il suo “Dancing between worlds”
Claudia Taras
Non ci stupisce che alla galleria romana Wunderkammern (“Stanze delle meraviglie”) si sia manifestato ancora una volta un evento d’arte: “Dancing in between world...s”. Meravigliando appunto. Uno degli ultimi venerdì di maggio, un 24 sera. La galleria è ancora aperta. L’appuntamento è per le ore 9. Tutto è pronto. Le sedie, sistemate per l’occasione, sono al momento vuote. Sostengono con leggerezza solo la brochure in inglese a testimoniare l’internazionalità della performance. La triade di artisti coinvolti è infatti straniera: il mezzosoprano tedesco Susanne Mecklenburg e gli inglesi Gareth Davies e William Hancox, rispettivamente fotografo e pianista. Ne approfitto per scegliere un luogo privilegiato da cui poter ammirare lo spettacolo. Un angolo nelle retrovie per quello che è stato annunciato come un connubio interattivo di sensi. Canto, immagini e musica dialogheranno fra loro, esplorando i confini tra arte visiva e sonora. Il silenzio prima dell’inizio. Ora sono tutti seduti. Qualcuno ancora arriverà a spettacolo avviato ma non disturberà l’atmosfera magica ormai creatasi. Bellissima la presenza scenica di Susanne Mecklenburg, conosciuta nei suoi concerti in giro per il mondo per una ricercata e inusuale contaminazione stilistica. La sua figura, esile e autorevole allo stesso tempo, si riflette nelle immagini del video che scorre dietro di lei, creato dal fotografo inglese Gareth Davies. La personalità di quest’ultimo, apparentemente timida per chi si presenterà a lui dopo l’evento, dà luogo sullo schermo alla grandiosa potenza di immagini che fluiscono integrandosi e interagendo tra loro, attraverso di una particolare tecnica fotografica, detta slitscan. Un continuo metamorfico che si sviluppa ciclicamente e in cui la musica sembra dare il ritmo vitale dell’esistenza. Saranno le mani del pianista William Hancox, già famose alla Classic FM e alla BBC, a eseguire i meravigliosi brani di Händel e di compositori contemporanei spagnoli e sud americani come Granados, García Abril, Piazzolla e Villa Lobos. Per circa un’ora e mezzo lo spettatore è trascinato in questo vortice di sensi, quasi che gli artisti abbiano voluto dare forma concreta al fenomeno della sinestesia, il quale dal canto suo si prende l’ennesima libertà di agire nell’aria come un soffio di vento che ti sfiora in una sorta di fascinazione tattile.A fine performance resta un’intima soddisfazione di aver preso parte a un evento che d’arte trattasi. Il rinfresco che seguirà porterà a cielo aperto, nell’amabile cortile retrostante, le tracce di quelle sensazioni scaturite da un climax di immagini e suoni perfettamente orchestrato.